Dal 24 al 28 febbraio 2025, la Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila ha ospitato il workshop “Tracce su Pietra”, guidato da Beatrice Bulla – erede della storica Litografia Bulla, la più antica bottega litografica italiana tuttora attiva – e curato dal Prof. Carlo Nannicola, con la collaborazione dei Proff. Gianluigi Bellucci e Daniel Tummolillo.
L’iniziativa, svoltasi nel Laboratorio di Grafica dell’ABAQ, si è conclusa il 1° marzo con una presentazione collettiva dei lavori realizzati e un momento di riflessione finale con la docente ospite.
Programma del workshop
- Fase introduttiva
Presentazione della Litografia Bulla nel contesto dell’arte contemporanea italiana.
Illustrazione dei materiali e dei procedimenti fondamentali della tecnica litografica. - Fase pratica
Preparazione delle pietre litografiche e disegno diretto con matite grasse, inchiostri solidi e tecniche tradizionali.
Acidazione delle matrici in due tempi (mattina e pomeriggio) e inchiostrazione manuale.
Stampa con il torchio litografico dell’Accademia, finitura e confronto sui risultati. - Fase conclusiva
Allestimento dei lavori, lettura critica dei risultati e discussione finale con gli studenti.
Riscoprire la litografia: pratica, materia e pensiero nella Scuola di Grafica
di Carlo Nannicola
Nell’ambito delle attività laboratoriali della Scuola di Grafica dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, si è svolto un workshop intensivo dedicato alla litografia: una tecnica antica che continua a interrogarci, non solo come processo tecnico ma come forma di pensiero visivo e culturale.
Il laboratorio ha avuto come obiettivo principale il recupero della litografia non in chiave nostalgica o museale, ma come linguaggio ancora attivo, capace di dialogare con la ricerca contemporanea. I partecipanti hanno lavorato direttamente su pietra e lastra, sperimentando le principali fasi operative: preparazione della matrice, disegno con materiali grassi, trattamento chimico, inchiostrazione e stampa. In ogni passaggio, la materia si è imposta come corpo vivo del processo, rendendo visibile il rapporto tra gesto, superficie e immagine.
Il workshop ha offerto uno spazio dove la tecnica si è fatta riflessione: ogni segno sulla pietra ha obbligato a ripensare il tempo della produzione, la resistenza del supporto, l’imprevedibilità dell’inchiostro. L’intento non era solo acquisire competenze operative, ma stimolare uno sguardo critico sulla riproducibilità dell’opera, sulla nozione di originalità e sull’idea stessa di stampa nel contesto post-digitale.
Riscoprire la litografia significa anche ridefinirla. Durante il laboratorio sono emerse connessioni inattese con altre pratiche grafiche: dalla tipografia manuale all’uso di matrici non convenzionali, fino al confronto con dispositivi digitali. In questa prospettiva, il workshop ha alimentato una riflessione aperta sulla contemporaneità della grafica d’arte, nel solco di una didattica che non separa mai il fare dal pensare.
Per questo, la Scuola di Grafica dell’ABAQ continua a investire nella ricerca attraverso la pratica. Questo workshop si inserisce in un progetto didattico e culturale più ampio, che guarda alla grafica come territorio ibrido, dove convivono manualità e concettualità, tradizione e innovazione, analogico e digitale. La litografia, con i suoi tempi e procedimenti ben definiti, si rivela oggi uno strumento prezioso per formare non solo tecnici competenti, ma autori critici e consapevoli, capaci di interrogare il presente attraverso la materia.